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sabato 29 novembre 2008

Quattropercento

Ma allora uno si chiede, quelli che per prudenza e serietà avevano scelto un mutuo a tasso fisso che sono, cretini? 

venerdì 28 novembre 2008

Sindaci statisti

Duemila euro all'immigrato, basta che se ne vada. In un altro comune.  

mercoledì 26 novembre 2008

La resa dei Mille

Meglio arrendersi. Diciamo subito il finale di questa microstoria italiana con contorno di nuove tecnologie. Qui parliamo di un dettaglio della vicenda della presidenza della Commissione di Vigilanza Rai e del senatore Riccardo Villari, ivi ormai saldamente ancorato. Il dettaglio è la nascita su facebook, nuovo megafono sul cortile di internet, del Villari fan club e il suo l’impetuoso sviluppo, fino a mille “entusiasti”. Ora sembrava all’ideatore del club Claudio Sabelli Fioretti, giornalista dal sarcasmo feroce noto a tanti, che il fatto stesso bastasse a raccogliere pernacchie, tanto più che nella ragione sociale era scritto ben chiaro “gli eroi del nostro tempo non vanno lasciati mai soli”. In effetti fischi e sghignazzi non sono mancati ma poi è successo l’imprevedibile, o forse no. Il senatore è fiero del suo club, lo cita tanto che su un grande quotidiano si scrive “Villari, forte pure della quota mille toccata dal suo fan club su facebook, si muove già con auto blu e autista”. Ora in un paese che usa le pernacchie come squilli di tromba non c’è che da arrendersi, soprattutto su facebook. (pubblicato su DNews)

lunedì 24 novembre 2008

Comprate comprate


Ora l'idea che la crisi si aggraverà se questi consumatori si ostinano a non voler consumare è veramente da raccontare. Magari a casa di un cassintegrato.

domenica 23 novembre 2008

First black lady

Mentre si discute su Hillary dentro o fuori il Newsweek di domani non ha dubbi sulla prima signora d'America.

sabato 22 novembre 2008

venerdì 21 novembre 2008

La segretaria

Alla fine Hillary ha accettato il lavoro.

Autoradio

Oggi alla radio una ascoltatrice, in un programma di intrattenimento, alla domanda cosa fai nella vita ha risposto "licenziata". Le cose si mettono davvero male.  

Siamo sereni

Come il senatore Villari. Quanto all'andare avanti ci viene da ridere.

mercoledì 19 novembre 2008

Videopizzini


Ma non erano i dalemiani quelli furbi?

Titoli freudiani (long form)

Qui non sono i dettagli della notizia che interessano, se ne parlerà sicuramente in altra pagina. Qui si lavora a immaginare che cosa è passato per la testa di chi nelle redazioni si è trovato a scrivere i titoli della storia. Viene arrestato un pirata della strada, aveva investito un pedone uccidendolo. Cronaca tragica ma purtroppo normale. Il titolo invece, ne prendo uno a caso dall’edizione on line di un grande quotidiano, era “Rumeno investito, è stato un romano”. Ora dietro un titolo così c’è stato sicuramente un travaglio psicologico, come un retro pensiero liberatorio, del tipo: lasciatecelo dire, anzi urlare, non sono soltanto gli stranieri a investire, succede anche il contrario. Pensate a che punto siamo arrivati, per squarciare la cappa dell’eternamente ripetuto, dei ruoli già preconfezionati, secondo i quali è automatico sia lo straniero, probabilmente drogato e ubriaco a uccidere, quando avviene il contrario ci prende la voglia di afferrare il megafono e gridarlo. In un paese normale un pirata uccide un pedone e basta, senza bisogno di esibire i documenti. (pubblicato su DNews)

martedì 18 novembre 2008

lunedì 17 novembre 2008

Processi

La rivoluzione sarebbe se stasera, omicidio per omicidio, Villari si e Villari no, anzichè di Olindo e Rosa, Porta a Porta si occupasse della Thyssen.

La copertina più bella

sabato 15 novembre 2008

Il sabato del villaggio



Qui c'è la trascrizione del discorso, ottima anche per mantenere in allenamento l'inglese.

Le foto di Eluana

Se c'è una cosa che non aiuta sono le foto di Eluana allora. 
Lo scrive alla fine di un bellissimo pezzo Emanuela Audisio su Repubblica di oggi.

venerdì 14 novembre 2008

Dice L'istat

E' ufficiale, siamo in recessione. Grazie, s'era capito.

La commissione

Ora francamente il problema è, piuttosto, quanti Villari ci sono dentro al PD.

giovedì 13 novembre 2008

Uomini e gorilla

Adesso sono in mezzo ai bambini, tra gli stracci che fanno da tenda, aspettando che anche qui, in questo campo profughi, arrivi qualcosa. Hanno la divisa anche loro ma non sono nè soldati del governo congolese nè ribelli. Sono rangers, guardia parco di una delle riserve naturali più preziose del mondo il Virunga park. Sotto il grande vulcano è il più antico parco nazionale africano. Solo che anche qui è arrivata la guerra, anche qui la gente è dovuta scappare dalle milizie ribelli del generale Nkunda che avanza e punta alla capitale della regione Goma. E così i rangers fanno quello che possono per uomini, donne e bambini ma non vogliono dimenticare il loro lavoro. Sono stati cacciati lontano dalla riserva dove controllavano e accudivano i gorilla di montagna "I ribelli hanno conquistato la zona dove vivono, dice il direttore del parco, non sappiamo adesso in che condizioni sono, se sono al sicuro". Di gorilla come questo, ripreso in immagini di repertorio, rimangono solo poche centinaia di esemplari al mondo. Se anche la loro storia serve a parlare di una guerra indecifrabile va bene così. Una guerra dichiarata in nome della rivincita etnica ma che invece è lotta per la conquista di miniere d'oro e di diamanti, che ha già fatto migliaia di morti e trasformato centinaia di migliaia di uomini in profughi disperati. E' una intera terra d'Africa che chiede aiuto. Uomini e gorilla. (scritto per il Tg2 delle 20,30)

Bella e imperfetta

Della nuova Unità abbiamo già detto tutto il bene possibile ma oggi, piccolo piccolo, nei programmi tv c'era scritto "Anno zero con Michele Santoro e Valentina Vezzali". Più che un refuso uno scherzo.

mercoledì 12 novembre 2008

La scelta

Certo se ti capita di stare a Fiumicino o Linate di questi giorni capisco che è difficile mantenere la giusta distanza ed esprimere con garbo un’opinione qualunque sulla protesta di hostess, steward e piloti selvaggi dell’Alitalia. D’altra parte anche loro hanno sempre fatto poco per sembrare simpatici, sia durante gli anni sciuponi che adesso a un passo dal baratro. E però, visto che siamo seduti comodi e non dobbiamo prendere voli almeno per oggi, proviamo a guardarla così. Proviamo a pensare a uno qualunque di loro e alla telefonata che potrebbe ricevere uno di questi giorni. “Pronto, qui è la CAI, senta volevamo dirle, lasci perdere gli altri, pensi per sé, dia retta, accetti il nuovo contratto, certo ci sarà da perdere qualche soldo, da trasferirsi ma insomma lo faccia per i suoi figli, lasci stare gli altri, in fondo che le importa, sono solo compagni di lavoro, si perdono, si trovano”. Ecco, più o meno potrebbe essere questa la scelta. Pensiamoci, anche solo per un istante, a un’Italia ridotta così, dove un giorno ricevi una telefonata e devi decidere, da solo, tu dentro e gli altri, mai conosciuti. (pubblicato su DNews)

martedì 11 novembre 2008

Vatican style


Una nota a Obama per le staminali, un appunto alla Cassazione per Eluana, ma un raccoglimento in silenzio ogni tanto, no?

domenica 9 novembre 2008

Gloria, la casa e il soldato - il video


L'intervista è del luglio di quest'anno, per il Tg2. La storia l'ho raccontata anche qui. Non ho il coraggio di chiamare Gloria per sapere come è andata a finire. Perchè temo che sia andata a finire male. Nonostante Obama.

Noi italiani?


Fino a quando dovremo riportare i commenti del presidente K? Quando finirà questa brutta storia?

sabato 8 novembre 2008

La legge è quasi uguale per tutti


Dopo gli arresti a Napoli si prevedono lavatrici e frigoriferi da buttare in marcia verso regioni più liberal.

giovedì 6 novembre 2008

Il triangolo italiano

Su Obama Camillo che cita Witt che segnala Camillo che risponde a Travaglio. Indaffaratissimi a capire gli uomini dello staff del neopresidente.

mercoledì 5 novembre 2008

Il manifesto for ever

Un giornale che oggi sulla foto della casa bianca titola "indovina chi viene a cena" non può chiudere.

La pasta dei sogni

La rivincita del sogno americano. Senza paura Barack Obama questo manda a dire al mondo. Lo incarna quasi fisicamente il sogno, nelle parole, nei sorrisi, nella speranza con cui guarda al futuro. 47 anni, figlio di padre africano e di madre bianca è la prova che in America tutto è possibile e che anche il muro invisibile della differenza piu velenosa, quella del colore, è ormai infranto. Erede dei sogni comuni di Martin Luther King e di John Kennedy è anche testimonianza di una democrazia straordinaria, porta aperta alle sfide piu impensabili. Nel duemila alla convention del partito democratico Obama era uno sconosciuto, entrò quasi di nascosto alla riunione del partito, quattro anni dopo era lui a introdurre John Kerry il candidato che correva per la Casa banca, mio nonno era un nero che lavorava per i bianchi, disse nel suo discorso, mi chiamo con un nome impossibile ma solo in America potrei salire su questo palco.
Già allora i delegati capirono di che pasta era fatto il giovane Obama, la sua biografica, la doppia laurea alla Columbia e ad Harvard, l'incontro con la moglie Michelle, il lavoro volontario nei quartieri poveri di Chicago, la distanza dai palazzi di Washington hanno certo aggiunto quel realismo e quella concretezza che lo hanno portato a scendere in campo nel 2007 per la Casa Bianca. Ma se ha combattuto la lunga campagna elettorale e alla fine ha vinto è perchè ha sempre portato con se, nei suoi discorsi e nei suoi comportamenti, quella pasta dei sogni di cui tutti siamo fatti e che lui ha avuto il coraggio di non nascondere. Di questo il mondo lo ringrazia.
(scritto per il Tg2 delle 18,30)

Stamattina


Soprattutto i ringraziamenti di Obama a McCain e le mani di McCain che zittivano i malumori quando annunciava le congratulazioni a Obama.
La democrazia è semplice.

Non possiamo stare dietro a tutto

Questa pagina non sa chi è il nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America. Fatevene una ragione. Voi si. Questa pagina potrebbe chiedervelo, farvi una domanda e voi, tra un cappuccino e una brioche, sapreste rispondere. Questa pagina invece vi chiede se ricordate questo nome. Asha. Adesso provateci, fate mente locale, tra giornali, internet, tv, tra facebook e social network, tra maratone e dibattiti, discussioni on line, manifestazioni e occupazioni. Asha. Qualcosa vi dice oppure no? Si forse qualcosa riaffiora, adesso. Una cosa africana, frammenti, dettagli, ronzii. Allora questa pagina vi aiuta un po’. 23 anni, no anzi, forse tredici. Nessuna immagine, sarebbe troppo facile, niente youtube, solo qualche testimonianza di seconda e terza mano. Era una ragazza, forse una bambina Asha. Lunedì l’altro l’hanno sepolta fino al collo in una piazza di Chisimaio, in Somalia. E poi, una pietra dopo l’altra, l’hanno uccisa. Aveva denunciato uno stupro, l’hanno accusata di adulterio. Lapidata. E noi? Non possiamo stare dietro a tutto, eravamo impegnati, nel mondo, a votare il nuovo Presidente degli Stati Uniti (pubblicato su DNews)

martedì 4 novembre 2008

La partita di stasera

Potete scegliere, Roma-Chelsea/Obama-Mccain
ma lo spogliatoio è giallorosso.

lunedì 3 novembre 2008

Obasta

Questi sono giorni che una maratona in una web tv o in una sala parrocchiale o in un social network non si nega a nessuno. E naturalmente i più sofisticati già si lamentano. 

Lo so è tardi

Ma il nome, il suo nome riscriviamolo per bene Asha Ibrahim DuhuLow. Ripetiamolo Asha Ibrahim DuhuLow, scriviamolo più grande Asha Ibrahim DuhuLow. Asha non abbiamo fatto niente, non so cosa potevamo fare ma non siamo riusciti a fare niente. Asha, Asha...