http://Il tuo 5x1000 ad Amnesty International

sabato 21 agosto 2010

Grazie a tutti. Soprattutto a Pasolini.


Premessa, facendo clic su ogni città dovrebbe "partire il relativo servizio". Dovrebbe.

Adesso che il nostro tratto della lunga strada di sabbia è finito non ci resta che ringraziare. A Sperlonga gli amici americani e inglesi di Maria Clara che da cinquant’anni si godono il paese sapendo di averne visti passare tanti, “anche Cohn-Bendit è stato qui un anno, a pensare” ci hanno detto, con l’ironia che solo l’età può dare. A Napoli Rosaria, alla quale chiediamo scusa per aver tagliato la frase in cui diceva che gli scugnizzi non ci sono più, perché il giorno dopo li abbiamo trovati, sia pure rovinati dalla tv. A Ischia la signora Teresa, per la sua risata quando ricorda i maiali che sbucarono sotto i piedi di Pasolini e ammette che erano quelli del suocero ma anche per gli spaghetti allo scoglio che più scoglio non si può. Partendo per Capri i due netturbini del Molo Beverello che si davano la voce uno sull’altro per leggere la frase di Pasolini sull’invasione dei turisti “sacrileghi”. Uno dei due non capiva il significato della parola e l’altro gli ha spiegato “sacrileghi, che fanno i sacrifici, si sacrificano per andare a Capri!” e noi non abbiamo avuto il coraggio di controbattere, perché in fondo è la spiegazione giusta. Poi la signora Giovannina che quando siamo entrati a casa sua era in desabillè e ci ha chiesto un secondo per rimettersi in ordine. Ad Amalfi il professor Luiz e sua moglie Tatiana che non ci hanno pensato due volte a leggere Pasolini e che ancora adesso cercano di vedere i servizi su internet ma ci scrivono che il sito della RAI è un gran casino e non gli possiamo dare torto. A Ravello Sara e Francesca che ci hanno fatto da intermediarie con Vincenzo il giardiniere ex attore pasoliniano che sembrava diffidente ma era solo timido. A Maratea Dora ex operaia dei lanifici ormai chiusi che pur avendo perso il lavoro non si è persa d'animo, Guglielmo e sua moglie Diana, che avevano tutto il diritto di diffidare di chi gli chiedeva notizie dei disastri fatti al sud dalla loro famiglia di industriali del nord e che invece ci hanno accolto con garbo e semplicità come fanno tutti i giorni con tutti, nel loro piccolo ritrovo sul mare. A Siracusa Milori e la sua amica, restauratrici giapponesi che parlano benissimo l’italiano (pensate a restauratori italiani che parlano benissimo il giapponese e poi ne riparliamo), Paola che lavora al Jolly e che ci ha indirizzato verso il fiume dei papiri e poi Corrado il barcaiolo che con i suoi fratelli combatte una battaglia contro l’abbandono e l’oblio di quelle meraviglie. A Porto Palo i pescatori e i ragazzi che ci hanno accolto come fossimo amici da sempre. E infine tutti quelli che abbiamo incontrato a Cutro, gli anziani del centro sociale, il sindaco, i vecchi militanti, la famiglia del partigiano Rosario che ci hanno permesso di raccontare il vero finale della storia del paese dei banditi.
E soprattutto Giorgio, il pastore rumeno che ha quattrocentocinquanta pecore da pascolare e non ha tempo per queste nostre scemenze.
Poi siamo tornati in fabbrica. Qui ringraziamo tutti quelli che hanno lavorato con noi, dal direttore Mario che ha avuto una grande idea allo specializzato Franco che ha guidato per non sappiamo quanti chilometri, dai montatori Marco, Marta e Lorenzo che hanno tradotto in due minuti quello che forse volevamo dire, a Claudio e Carlo, Maria Grazia e Franco che hanno condiviso prima e dopo di noi la lunga strada di sabbia, Tommaso, Cinzia e gli altri che ci hanno seguito negli ultimi metri, dalla saletta alla messa in onda.
Un piccolo grande regalo quello che ci avete fatto tutti e che speriamo di avervi in parte restituito.
Non ho usato il plurale a caso perché, nonostante non lo abbia consultato, so che posso firmare questo biglietto con Andrea, che ha letto Pasolini con me prima di cominciare a girare ogni sequenza. E poi, se vuole, smentisce.