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mercoledì 28 gennaio 2009

L'isola che c'è


Diciamo la verità, Lampedusa è un’occasione unica per guardarci allo specchio. Quanto sono lontani quei giorni d’estate nei quali da una parte dell’isola sbarcavano disperati a centinaia e dall’altra si intervistavano turisti sdraiati al sole che dicevano no, qui non vediamo niente, è tutto normale. La fuga e la manifestazione dell’altro giorno, isolani e immigrati insieme, lo sciopero generale di ieri, le tensioni ma anche la solidarietà hanno squarciato il fondale di ipocrisia che relegava nel retrobottega le storie di dolore ma anche di coraggio e speranza di quegli uomini, donne e bambini arrivati dal mare. Ora tutto è possibile; che vinca la linea del governo con il suo maxicentro di pronta espulsione oppure che si trovi la strada del dialogo e dell’accoglienza, una cosa è sicura. È finita quella certa idea di plastica da depliant per cui il turismo è quello del non vedo, non sento, non so. Anzi, quasi si intravede la magica quadratura del cerchio tra turisti e viaggiatori della vita. Se solo incrociassero gli sguardi alla fine sarebbero tutti più ricchi. Forse è davvero arrivato il tempo di prenotare le vacanze su quest’isola. (pubblicato su DNews)