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mercoledì 13 maggio 2009

La linea d'acqua

Prendete un righello e fatela voi una linea sull’azzurro del Mediterraneo, un poco sotto Lampedusa. Se avete la mano ferma sarà facile, avrete realizzato, almeno sull’atlante, l’ultimo modello in tema di frontiere. Ora provate a immaginare la stessa cosa in mare aperto, fatela voi una linea sull’acqua, perchè è importante, sei hai passato quella linea ti posso caricare su, dare da bere e da mangiare, se invece sei ancora al di là della linea d’acqua allora niente, ti riporto indietro, anche se vieni dall’inferno.Così oggi siamo a discutere dell’ultima variante dell’idea di confine, nel cieco tentativo di fermare un viaggio inarrestabile, quello degli uomini verso domani che sia anche solo un poco meglio di ieri. Abbiamo alzato muri, fili spinati, di più, abbiamo costruito barriere invisibili, di carta, come racconta bene Daniela De Robert nel suo ultimo libro “Frontiere nascoste”. Storie che impressionano messe una dopo l’altra, di fossati che respingono anche solo con le parole, quelle sul permesso di soggiorno che aspetti e non sai se arriverà, che magari è già scaduto “come le mozzarelle” quando dopo mesi di attesa te lo consegnano, ormai inutile. Storie che stanno dietro quella paura dell’altro sulla quale ormai combattiamo perenni campagne elettorali e dolorose guerre invincibili. Guerre che si fermano tutti insieme o si perdono da soli, disegnando confini sull’acqua. (pubblicato su DNews)