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mercoledì 11 luglio 2007

I templi e la vergogna

Adesso siamo, come era prevedibile, al tempo delle riparazioni.
“I ragazzi saranno nostri ospiti” dice in tv il sindaco di Agrigento, “chiediamo scusa non succederà mai più” echeggia sulle agenzie stampa il presidente della regione Sicilia Cuffaro: insomma il caso bambini valle dei templi sembra ormai avviarsi ad una rapida archiviazione nello scaffale “malintesi burocratici”. Cosa era successo una settimana fa è presto detto, una classe scolastica di Palermo si reca in gita a vedere da vicino le meraviglie archeologiche della valle agrigentina, una volta arrivati sul posto gli accompagnatori chiedono l’ingresso gratuito per i bambini, come previsto da norma regionale che recepisce norma europea eccetera che dice: entrano senza pagare tutti i cittadini europei minori di 18 anni. Inopinatamente gli addetti alla biglietteria chiedono certificato di nazionalità, forse scrutando qua e là i volti dei piccoli, alcuni si dice scuri di pelle o dai lineamenti troppo mediterranei. La comitiva infatti, proviene da una scuola dove studiano molti figli di immigrati, ragazzi nati in Italia, ma che, come normalmente accade per i bambini, non hanno in tasca nessun documento che lo possa dimostrare. Risultato niente visita gratis per i ragazzi di Palermo. Ora, basterebbe solo immaginare il viaggio di ritorno nel pulmann di questi bambini, la difficoltà degli insegnanti a spiegare perchè qualcuno di loro poteva entrare senza pagare e qualcun altro no, per sotterrarsi dalla vergogna. Infatti è cominciato all’unisono il coro delle dichiarazioni ma tutte con un qualche distinguo: “esterrefatto” il sindaco di Palermo “questi bambini sono a tutti gli effetti cittadini italiani”, “un disguido burocratico ma la norma va rispettata” precisano i responsabili del parco archeologico, “cambieremo la norma” assicura il Presidente della Regione. Ecco, appunto, la norma. Ci perdoni la pedanteria, Presidente, ma ci proviamo. Dunque, la norma prevede: biglietti gratis per i cittadini europei sotto i 18 anni, lo spirito della norma si suppone sia: aiutiamo i giovani ad avvicinarsi alla storia e alla cultura, di cui i templi di Agrigento sono straordinaria testimonianza mondiale. Ora un comma della norma, quello che ha dato origine allo “spiacevole episodio”, è proprio quel “cittadini europei” che ha messo in difficoltà i bigliettai del parco di fronte a volti che, nel loro immaginario, ad andar bene erano stranieri, a pensar male peggio. Allora coraggio Presidente, riscriva così la norma “tutti i ragazzi del mondo possono venire a vedere la Valle dei Templi quando vogliono e senza pagare”. “Mondo”, Presidente, è una parola semplice, facile, grande e non si presta a malintesi burocratici di sorta. Lo faccia e saremo tutti contenti.