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mercoledì 29 ottobre 2008

Manuale per carrieristi con sorpresa

La prima e unica raccomandazione è quella di leggerlo fino all’ultima pagina poi, per il resto, meglio incrociare le dita. Perché se c’è una facile previsione è quella che avrà successo, se c’è un rischio nel libro di Pier Luigi Celli “Comandare è fottere” è che ai tempi d’oggi, buttando a mare il finale, lo si prenda maledettamente sul serio. Sono centosei pagine che sembrano parlare di un mondo per pochi, quello dei manager e delle grandi aziende, in realtà provocano a ondate ripetute sensazioni di identificazione, comportamenti e persone che abbiamo visto, subito, incrociato, alla fine riconosciuto, addirittura allo specchio. Vinti e vincitori di un mondo che Celli, vita da manager, anima e scrittura molto molto più in là, racconta con l’ironica perfidia di chi sa che a descrivere le cose e i meccanismi di costruzione della carriera e del successo aziendale si trova sempre pubblico, e più si è cinici più si convince, in questo mondo poi, dove la guerra è guerra dovunque, anche nel condominio. E così capitolo dopo capitolo, straordinari quello che descrive l’avvento del potere al femminile o l’uscire di scena mettendo nei guai il proprio successore, definizione dopo definizione “i salotti sono la salvezza delle relazioni durature”, si costruisce la sensazione che le regole del mondo quelle siano, che dunque bisogna da subito sapere che posto prendere, di quanti passi muoversi e dove e come fermarsi, a guardare quelli predestinati a vincere. Invece. Col cinismo da manuale costruito a tavolino “non c’è posto per tutti man mano che si sale al vertice della piramide” Celli conduce, inesorabilmente e volutamente, proprio il carrierista di successo verso il suo baratro, quando il tempo e il senso si fanno avidi e vendicativi verso chi li ha ignorati malamente. Così le ultime pagine, quelle si, andrebbero segnalate soprattutto ai ragazzi, quelli che il curriculum lo sanno scrivere e quelli che non sanno nemmeno che cosa sia una passione che non si compra. Ho letto il libro nella prima vera giornata d’autunno. Poi sono andato nel parco con il mio setter. E’ straordinario quando corre contro il vento a inseguire le foglie che cadono.(pubblicato su DNews)