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mercoledì 2 dicembre 2009

Lo zero virgola e la crisi


Piccola proposta a giornali e televisioni, per favore non usate più i numeri per parlare della crisi. Lo scrivo oggi che un numero chiaro e tondo ci piomba addosso senza bisogno di interpretazioni. I disoccupati in Italia sono, oggi, più di due milioni. Non erano mai stati così tanti dal 2004, cioè da cinque anni a questa parte. E per ora basta così. Fine delle interpretazioni. Perché non c’è niente di più patetico che inseguire l’ottimismo o il suo contrario su un tema così appiccicato alla vita quotidiana di tutti noi, e farlo attraverso le variazioni percentuali dello zero virgola in su o in giù di fatturati e ordinativi, di Pil e inflazione, di indici finanziari e tassi di occupazione. Quest’Italia che stabilisce che siamo alla fine del tunnel solo perché una statistica la conforta dovrebbe uscire dai salotti tv e dalle interviste ai giornali e andare a raccontarlo di persona davanti alla Fiat a Termini Imerese, oppure semplicemente per strada davanti a un supermercato o a un bar. Allora magari ascolterebbe le voci di genitori che non sanno cosa faranno i loro figli, di lavoro che non si trova, di diplomi che non servono. La crisi è una faccenda complicata ma una cosa è certa, non si racconta coi numeri ma con le facce e con le storie. Qui sembra che basti uno zero virgola per gridare vittoria, invece l’autunno è lungo e l’inverno deve ancora cominciare. Almeno quello delle persone normali. (pubblicato su DNews)