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mercoledì 13 gennaio 2010

Tra Dante e Rosarno


Che Italia hanno in mente le ragazze velate dell’universita di Sana’a che studiano la nostra letteratura, che mi raccontano di Dante e Petrarca, che parlano dell’Italiano come una lingua musicale? Mi è capitato di essere in Yemen in questi giorni, il compito era andare a raccontare un paese che aveva fatto venire i brividi al mondo, almeno a quello che guarda giornali e tv, la nuova frontiera del terrorismo, da qui è passato il giovane nigeriano Faruk che poi voleva farsi saltare in aria sul volo per Detroit. Mi sono ritrovato a parlare di libri e di Italia con ragazzi e ragazze che studiano e sognano il nostro paese. Erano gli stessi giorni di Rosarno, e allora mi veniva in mente l’effetto che avrebbe fatto vedere una ragazza velata a questa Italia di oggi, una ragazza velata che parla l’italiano meglio di noi, preferisce Verga a Manzoni e ti sa spiegare perché. Perché anche questi sono gli stranieri che guardano al nostro paese, che invece li guarda come un unico immenso pericolo. Lo so, la storia è complicata ma mi veniva da sorridere a pensare a certi italiani che reclamano di essere a casa loro e non sanno nemmeno accostare l’articolo a un sostantivo. Gli stranieri ci servono come il pane, invece non solo li sfruttiamo ma poi li prendiamo anche a fucilate. Per fortuna l’Italia è ancora quella di Dante e Petrarca e non quella di Rosarno. Almeno in Yemen. (pubblicato su DNews)