http://Il tuo 5x1000 ad Amnesty International

mercoledì 27 gennaio 2010

Favara, Italia

I funerali di Marianna e Chiara, con la madre che si dispera, con la gente dentro e fuori la chiesa, sotto la pioggia, con l’arcivescovo in mezzo alla gente e non sull’altare, con il sindaco che dice ingiusto darmi la colpa, con la domanda per la casa popolare respinta, con le case popolari mai consegnate e già distrutte. Se volevamo ancora una fotografia aggiornata dello stato delle cose in questo paese, Favara, la storia siciliana di una famiglia spezzata dal crollo del rudere dove abitava, ce la serve senza attenuanti. Ognuno può ritrovarci vizi antichi e problemi perenni, retorica emozioni rabbia che si attorcigliano senza uno spiraglio che assomigli a una via d’uscita. La famiglia Bellavia viveva nel rudere e pagava cento euro al mese d’affitto, di più non poteva permettersi. Aveva fatto domanda per le case popolari, case da dare a chi se non a loro, ma erano stati esclusi perché mancava la documentazione, le carte, nessuno che li ha aiutati a fare le carte. E comunque non sarebbe servito a niente. Perche le 56 case popolari finite anni fa, non sono state mai consegnate. Di più, nessuno le aveva in custodia né il comune né quelli chi le avevano costruite, con i soldi di tutti. Cosi sono state devastate, chi ha portato via cessi, chi finestre, chi ha distrutto solo per sfregio. Ecco, la fotografia di Favara, chiunque voglia fare politica, se la incornici e si ripeta ogni giorno, cominciamo da qui. (pubblicato su DNews)