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mercoledì 17 giugno 2009

C'è solo la strada


Non sappiamo se tutto finirà in una gigantesca repressione con bagno di sangue o se ci sarà una nuova conta dei voti più o meno formale per dare una parvenza di legittimità al potere di Ahmadinejad, quello che sappiamo ora con certezza è che l'Iran, o meglio quella parte del paese che speravamo con forza esistesse, non solo c'è ma ci sta dando una grande prova di coraggio. Avevamo tutti visto con stupore e simpatia i ragazzi e le ragazze sorridenti sventolare i fazzoletti verdi a sostegno del candidato riformista Moussavi, quelle ultime notti di campana elettorale dove improvvisa e magica la speranza di una svolta possibile sembrava a un passo. Poi il gelo dei risultati ufficiali e l’esplosione della rabbia per le strade. Per primi loro quei ragazzi, studenti soprattutto, che sapendo quanto rischiavano hanno deciso che la protesta non doveva fermarsi. Poi dietro di loro quel fiume umano che si ingrossava minuto dopo minuto, strada dopo strada, da piazza della rivoluzione a piazza libertà, quei cartelli cosi chiari a tutto il mondo “where is my vote” dove è finito il mio voto che hanno aperto un crepa nelle certezze del regime. Ieri tra le tante notizie confuse e contraddittorie quella di professori delle università di Teheran che si dimettono in massa per solidarietà con quegli studenti coraggiosi. Comunque vada a finire, la storia, quella vera, sta passando da quelle parti. (pubbicato su DNews)