http://Il tuo 5x1000 ad Amnesty International

mercoledì 8 aprile 2009

Terremoti e silenzi


All’ingresso dello stadio dell’Acqua santa dove si allena l’Aquila rugby c’è uno di quei chalet prefabbricati che si usano in montagna. Messo qui sembra surreale, ci vendono le bibite di solito. Stanotte sembrava un presepe. Una luce fioca, gialla illuminava l’interno, era strapieno di persone che sembravano pastori con le coperte addosso, accovacciati, seduti alla meglio, stretti gli uni agli altri. Guardavano tutti da una parte. Su uno scatolone una minuscola tv a batterie in bianco e nero parlava di loro. Silenziosi ascoltavano raccontare i precedenti terribili cataclismi che hanno sconvolto l’Italia, l’Abruzzo. Non so se i confronti li hanno confortati, certo qualcuno si sarà chiesto perché, passano i decenni, cambiano le tecnologie ma il terremoto, nella sua totale incolpevole inconsapevolezza, sembra ancora l’identico mostro che distribuisce dolore ora come allora. Eppure stavano tutti li, ad aspettare la loro tenda, senza fare un fiato senza sollevare una discussione. Non so se il silenzio fosse dovuto alla stanchezza, la paura, lo spaesamento definitivo che ti travolge ma certo sembrava che il minuscolo televisore discutesse da solo. A notte fonda lentamente hanno preso possesso delle tende numerate. Poi sono arrivati altri rumori, altre scosse, ci sarà tempo per provare a parlare, ora meglio provare a dormire. (pubblicato su DNews)