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mercoledì 30 dicembre 2009

Libri d'inverno


I giorni della rotonda con i ragazzi di Lotta Continua e il naufragio del peschereccio Rodi, Il peso della farfalla con il re dei camosci "vento vestito di zampe e di corna", Il tempo invecchia in fretta con "i cavalli che giravano in cerchio". Perfetti per la stagione.

giovedì 24 dicembre 2009

Elogio casuale del digitale terrestre


Lo so, prima dovete dannarvi a capire come funziona, a cancellare i canali che non servono, a risintonizzare ogni volta ogni tanto, ma poi può capitare, come oggi, di fare zapping e trovare una puntata di un programma come "Oceano Canada" firmato da Ennio Flaiano e Andrea Andermann sulla corsa all'oro di fine ottocento, documentario semplicemente fantastico. Le carrellate sulle rovine dei villaggi dei cercatori con la voce di Flaiano che dice "le lasciano li a disfarsi, senza fretta". L'ultima lapide del cimitero era datata 1928 perchè "nessuno dopo quella data decise di restare fino a morire". Era su rai storia e l'ho trovato fuggendo da un tg.

mercoledì 16 dicembre 2009

Il clima e i suoi mandanti


Le quarantotto ore trascorse dopo lo sciagurato gesto contro il capo del governo sembrano essere passate invano. Lo spaesamento che aveva fermato l’Italia a vedere quel volto sanguinante, per la prima volta interrogarsi, lui e noi, su una soglia che mai e mai andava oltrepassata, quell’attimo di coscienza muto, si è subito perso nel diluvio di parole sparate a vista dai professionisti delle dichiarazioni. Sono ormai allenati a tutto e al contrario di tutto, sono d’accordo con Napolitano che invita a misurarle, le parole, ma subito dopo incitano a individuare i mandanti del clima d’odio. Clima, la parola più utilizzata in queste ore e non per raccontare l’emergenza del pianeta che annaspa alla conferenza di Copenaghen ma per addossare, prima l’uno e poi l’altro, le responsabilità di quello che è successo al nemico di turno. Questa del clima, di chi lo provoca e lo genera, è forse la fotografia più deprimente di una classe politica che fa fatica a capire quali siano le linee del campo di gioco e che continua a darsele anche negli spogliatoi. Bastava seguire la discussione in parlamento, con le lodevoli eccezioni naturalmente, per capire che prendersela con i gruppi di internet fan pro o contro lo sciagurato lanciatore di souvenir era solo un modo per non guardarsi allo specchio ed ammettere che il clima è fatto di esempi, e quelli che danno i dichiaratori di professione sono lì, sotto gli occhi di tutti. (pubblicato su DNews)

sabato 5 dicembre 2009

Per capirci


Mettiamola cosi. Lui proiettato in dimensioni gigantesche sul Pirellone a Milano era la prova di quello che a piazza San Giovanni volevano dire.

mercoledì 2 dicembre 2009

Lo zero virgola e la crisi


Piccola proposta a giornali e televisioni, per favore non usate più i numeri per parlare della crisi. Lo scrivo oggi che un numero chiaro e tondo ci piomba addosso senza bisogno di interpretazioni. I disoccupati in Italia sono, oggi, più di due milioni. Non erano mai stati così tanti dal 2004, cioè da cinque anni a questa parte. E per ora basta così. Fine delle interpretazioni. Perché non c’è niente di più patetico che inseguire l’ottimismo o il suo contrario su un tema così appiccicato alla vita quotidiana di tutti noi, e farlo attraverso le variazioni percentuali dello zero virgola in su o in giù di fatturati e ordinativi, di Pil e inflazione, di indici finanziari e tassi di occupazione. Quest’Italia che stabilisce che siamo alla fine del tunnel solo perché una statistica la conforta dovrebbe uscire dai salotti tv e dalle interviste ai giornali e andare a raccontarlo di persona davanti alla Fiat a Termini Imerese, oppure semplicemente per strada davanti a un supermercato o a un bar. Allora magari ascolterebbe le voci di genitori che non sanno cosa faranno i loro figli, di lavoro che non si trova, di diplomi che non servono. La crisi è una faccenda complicata ma una cosa è certa, non si racconta coi numeri ma con le facce e con le storie. Qui sembra che basti uno zero virgola per gridare vittoria, invece l’autunno è lungo e l’inverno deve ancora cominciare. Almeno quello delle persone normali. (pubblicato su DNews)