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lunedì 24 ottobre 2011

Vecchi appunti (2006) di elogio su Jacona (che sottoscrivo anche oggi)









A proposito della capacità di raccontare di Riccardo Jacona. Ieri il primo dei suoi tre documentari sull’Italia, titolo “case!” poi arriveranno gli altri dedicati a ospedali e tribunali, sempre con il punto esclamativo. Intanto da segnalare il meccanismo di produzione che ribalta la logica delle news e segue contemporaneamente tre plot ma per diversi mesi. Ottiene cosi un doppio risultato, quello di seguire ogni singola storia in un arco temporale lungo, dando spessore e profondità alla dinamica narrativa e di realizzare contemporaneamente tre prodotti facendo economie di scala non indifferenti. Naturalmente in primo piano resta la straordinaria capacità di drammatizzare che fa di Jacona uno dei pochi documentaristi d’autore oggi in circolazione. Talmente riconoscibile e personale il suo stile che non è immaginabile la sua riproduzione come standard e questo forse è il vero limite. Non di Jacona che anzi si gode questa ottima nicchia del mercato quanto perché sarebbe difficile e al fondo indigeribile l’eventuale clonazione della sua esperienza. A volerla fotografare quella che colpisce è l’assoluta programmatica estraneità alla risoluzione dei problemi, quello che interessa J. è l’analisi quasi autoptica, spietata della realtà semmai con una sorta di compiacimento per la contraddizione, in particolare per quella irrisolvibile. È chiaro che in più aggiunge una scrittura schierata emotivamente, assolutamente refrattaria ad ogni ipotesi di governo della realtà, semmai orientata a una televisiva istigazione alla ribellione. Bravo.