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giovedì 27 maggio 2010

Una, nessuna, centomila


La storia delle undici, dieci, varie Province da abolire a caso con la manovra, ma forse no, il "piuttosto aboliamole tutte" ma un'altra volta. Come si fa a stargli dietro, a questi statisti?

lunedì 24 maggio 2010

La faccia da mettere


Lui proprio non ce la fa, gli si storce il naso, gli trema la bocca, gli si imperla la fronte. Così per annunciare i sacrifici ha dovuto metterci la faccia Gianni Letta.

venerdì 21 maggio 2010

I liquidatori

Ora va bene tutto, l'antipatia, l'avversione politica, il puro e semplice rosicare ma vedere schierate tante penne a discettare della liquidazione milionaria di Santoro è sintesi perfetta ed aggiornata del concetto di ipocrisia. Soprattutto quando il giorno prima e il giorno dopo si continuerà a invocare il mercato, il talento, la concorrenza o la morte per la vecchia tv di stato.

lunedì 17 maggio 2010

L'ultimo biglietto per DNews


Questo biglietto non sarà pubblicato su DNews, come da due anni a questa parte, perchè DNews come l'avevo conosciuta non credo ci sarà più. Lo scorso veek end, a mercati chiusi si direbbe oggi, a giornale chiuso in realtà, hanno licenziato in tronco Antonio e Gianni Cipriani i due direttori. Che poi erano quelli che lo avevano inventato, che ancora prima avevano rinnovato con Epolis la formula della free press in un paese complicato come l'Italia. Ragioni di mercato, ragioni politiche non so, quello che so è che con i fratelli Cipriani mi ero inteso subito, poche parole erano bastate per collaborare sia la prima che la seconda volta, nessuna parola era più servita in quasi quattro anni di totale libertà di espressione garantita a me -che sarebbe poca cosa- ma soprattutto a qualche decina di giovani redattori che hanno creduto in loro. A tutti loro, i due direttori e la redazione, va il mio abbraccio e la mia speranza. Io lo so, prima o poi, carta, web, megafoni o quello che sarà, ci rincontreremo, perchè la strada è quella e va fatta insieme. (non pubblicato su DNews)

mercoledì 5 maggio 2010

Le strade di Atene


Lo dico subito, la Grecia non è un paese perduto nè a ferro e fuoco. Forse sarò completamente smentito dalle notizie che sentirete oggi arrivare da Atene, uno sciopero generale che fermerà trasporti, scuole, fabbriche, così titoleranno i giornali e tg, l'incubo della violenza e degli scontri, la capitale paralizzata dalla paura. E su questa storia della violenza che voglio spendere due parole. Quella nelle strade di Atene ha un che di teatrale e sceneggiato. Copioni scritti per telecamere e fotografi. Ho visto un corteo di professori che davanti alla polizia schierata facevano largo a qualche decina di ragazzi nero vestiti che non vedevano l'ora di entrare in scena. Lanciano bottiglie, insultano, la polizia reagisce una volta si una no, ci scappa una molotov, un paio di lacrimogeni e voilà il gioco è fatto. Foto, titoli e video on line. Ora la domanda e', noi giornalisti, dobbiamo seguire questo copione rituale o provare a raccontare un paese stordito che non sa quello che l'aspetta? Va bene, dicono nelle redazioni centrali, raccontate quello che volete ma cominciate dalle botte, dal fumo, se poi c'è anche il fuoco allora stiamo a posto. E così uno sta in mezzo a un cerchio che nessuno prova a spezzare. Lo sanno bene i ragazzi nero vestiti che se un giorno si ritrovassero soli, senza nemmeno un fotografo al seguito, piangerebbero disperati come gli infelici bambini che sono. (pubblicato su DNews)