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martedì 6 maggio 2014

La mia 500 e la chiusa del pezzo

La mia Fiat 500 è del 1964, il 10 di marzo ha compiuto cinquant'anni. Non è sempre stata mia, l'ho comperata nel 1994 a Vallelunga, ad una di quelle fiere delle automobili d'annata dove ero capitato per caso. Mi ricordo però quello che mi disse il proprietario di allora, te la vendo ma prenditi l'impegno di portarla fino al duemila. Gli dissi sì e la comperai. La mia 500 è un modello D convertibile, cioè di quelle con la capote in tela che scende fino al motore e con le portiere che si aprono a vento. Il colore è sempre stato il grigio Fiat, più o meno quello delle pattuglie della Guardia di Finanza. Già nel 94 era considerata un'auto d'epoca ma io l'ho usata come auto da battaglia dentro i vicoli del centro storico di Roma. Ha preso tante botte quando la sera tornavo a casa e dovevo cercare parcheggi impossibili ma ha resistito, sempre. Dieci anni dopo ho cambiato quartiere, sono salito a Monteverde e la mia 500 ha avuto un regalo insperato, la nicchia tra i muri di un garage, al coperto. Ha rischiato la rottamazione, per via della benzina rossa che usciva di scena, ma si è subito adattata a quella verde senza problemi. Poi sono arrivati i divieti di circolazione per le auto della sua età e si è offerta di fare da cavia all'installazione di uno dei primi impianti a gas adattati alle sue dimensioni. Così ha continuato ad accompagnarmi in questi anni, sempre meno per la verità, per via che fatica a tenere il minimo nel traffico, preferisce andare verso Maccarese al mare piuttosto che avventurarsi in centro. Preferisce muoversi col caldo e anch'io concordo così che ormai la uso solo con la bella stagione. Due anni fa ho cambiato di nuovo casa, sempre Monteverde, ma non c'è stato più il garage. È tornata in strada e ha passato due inverni piuttosto faticosi tanto che ogni volta a primavera ho dovuto cambiare la batteria per farla ripartire. Sempre ferma sotto casa, tiene il posto che condivide con la Smart che uso per andare al lavoro. Poi mi fermo qui perché la chiusa del pezzo, come ha brillantemente argomentato Luca Sofri in quel di Perugia, non serve e perché la mia 500 me l'hanno portata via stanotte.

Aggiornamento felice e doveroso: un mese dopo i carabinieri di Monte Libretti me l'hanno ritrovata. E adesso è di nuovo a casa.